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I cinema d’essai

I cinema d’essai

I cinema che frequento io di solito vengono chiamati anche “cinema d’essai”, che sta per “cinema sperimentale”, un modo differente per dire che passano film che difficilmente vedi nelle grandi sale con attori e registi che l’hanno ripetutamente presentato in televisione.

Ora, le “sale d’essai” hanno un pregio altissimo, il primo è che nessuno ti guarda male se ti porti i pop-corn da casa nel sacchetto marroncino del pane o i semini di zucca, anche perché in questo tipo di sale il bigliettaio, la “maschera”, il montatore della pellicola, sono la stessa persona e non può stare certo a vendere anche i pop corn. Il secondo pregio, non trascurabile, è che sono poco frequentate.

In poche e selezionate sale, poi, si può avere anche il “4D”. Cos’è il “4D”?

Allora, avete presente quando nel film ci sono quegli episodi che sono importanti e che l’azione fatta o non fatta da un personaggio porta a tutta una serie di eventi per i quali si sta lì, ad osservare lo schermo per la restante parte del film?

Ecco. Il cinema “4D” è quello dove uno spettatore ad un certo punto inizia a dialogare con lo schermo. Cioè, quello che dice alla ragazza che ha dimenticato di chiudere la finestra , di non aprire quella porta, di guardarsi alle spalle!

Ora, non è che sia sempre piacevole avere qualcuno che dialoga interrottamente con i protagonisti del film, ma sicuramente disturba meno di chi messaggia perennemente con lo smartphone o ridacchia di cose proprie con gli amici.

E poi le “sale d’essai” hanno un fascino particolare. Il fascino di un cinema perduto, che difficilmente si può ritrovare in quei cinema dove tutto è mega: dalle poltrone sudice con i portavivande da chilogrammo sulla destra e il porta-bibite da litro sulla sinistra, del caldo insopportabile d’inverno e dal freddo intenso d’estate o dove anche i pop-corn hanno l’aggiunta di “aroma di sale e burro”.

Io poi sono uno di quelli che al cinema resta sino ai titoli di coda, quando ho letto i ringraziamenti, il nome del regista, dell’aiuto regista, del direttore della fotografia del 1°, 2° e 3° macchinista, del costumista, dei doppiatori, dell’attrezzista e dell’aiuto-attrezzista sino al runner e nelle “sale d’essai” le luci si riaccendono solo quando i titoli di coda del film sono finiti e per un secondo resta tutto buio, lo schermo e la sala, come per dire che la magia è finita.

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