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Meduse: dal mare al piatto.

Meduse: dal mare al piatto.

La medusa: più temibile degli squali, più presente e più odiata di qualunque altra specie nei mari di tutto il mondo, ecco a voi la specie di cui tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo lamentati della sua presenza.

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Pelagia noctiluca, la più diffusa e conosciuta tra le meduse del Mediterraneo

Basta fermarsi ad osservare il litorale di qualunque paese di mare della nostra penisola per vedere piccoli e grandi “eroi” armati di retini e di kit post-puntura, che si gettano tra i flutti per garantire alla mamma, alla moglie o alla fidanzata un bagno tranquillo.

Ma che fine fanno questi retini pieni di meduse? Nei migliori casi in qualche cestino della spazzatura, altrimenti ad essiccare, in un odore nauseabondo, al sole.

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Si possono mangiare? Abitudini alimentari diverse dalla nostra…

E se si potessero mangiare? No, non fate quell’espressione. Un intero continente non solo le caccia ma soprattutto le elabora in moltissimi piatti! Quella cucina orientale che noi apprezziamo solo per soia, tofu, saitan e sushi fa della medusa un piatto di alta cucina.

Davvero! Dalla Cina al Giappone, la tempura di medusa trova spazio nei menù di molti apprezzati chef.

Non è uno scherzo, e magari, in questa maniera, si può pensare di recuperare un prodotto per trasformare in risorsa quello che ora è considerato esclusivamente un problema.
he ne sono ghiotte. Già, perché da un lato le meduse sono in continuo aumento nei nostri mari, dove i loro principali predatori sono sempre più rari, e dall’altro lato, potrebbe essere una specie in più da inserire nelle nostre tavole che invece prediligono poche e sovrapescate specie (tonno e pesce spada in primis).

Mangiare meduse: cosa ne pensa la scienza

In una ricerca su internet si trova una pubblicazione del prof. Silvano Focardi, docente di ecologia dell’Università di Siena, che ha dato il via libero al consumo di medusa, risultando dagli studi preliminari un alimento proteico e ricco di collagene. Un alimento “dietetico” poiché povero di carboidrati e lipidi (sono acqua in proporzione variabile dal 90 al 95%), ricco di sali minerali e proteine, che farebbe bene sulla riduzione del colesterolo, sulle articolazioni e sulla pelle.

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Un sandwich del futuro?

Ma per farlo arrivare sulle nostre tavole, sebbene nel sud-est asiatico vi sono veri e propri allevamenti, l’Europa, tramite l’Agenzia sulla sicurezza alimentare, l’EFSA, ha delle norme stringenti e qualunque alimento, che non sia stato ancora disciplinato, rientra in una speciale lista dei cosiddetti “novel food”, che deve valutare prima la tossicità del prodotto nonché dei vari trattamenti sia per l’elaborazione che soprattutto per la conservazione del prodotto finale.

Un metodo “fai da te”, consiste sicuramente nel prelevare le meduse “fresche” direttamente in mare, tagliare, facendo attenzione, le parti urticanti (stiamo parlando della diffusissima Pelagia noctiluca) e facendole marinare in sale e zucchero per una mezz’ora abbondante, sciacquando poi abbondantemente quello che rimane che va sicuramente abbinato con qualche altro alimento per stemperarne il sapore.

Come abbiamo detto sopra, la tempura è molto diffusa in oriente, una variante sarebbe con capperi, olio e pomodorini, anche se qualche cuoco italiano si è già spinto a proporre abbinate particolari come ad esempio un carpaccio di meduse marinate con mozzarella di bufala, pesto e zucchine.

Sicuramente sarebbe qualcosa da proporre alle selezioni di “MasterChef” e chissà se qualcuno tra i quattro giudici avrebbe il coraggio di assaggiarlo.

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